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Amiamo navigare in barca a vela e viaggiare a piedi per il mondo.
Questa è la sintesi di cosa può accadere quando una velista amante del mare e delle regate, che ha navigato in lungo e in largo per tutto il mediterraneo, si innamora di un camminatore “incallito”

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Nuova energia per le nostre crociere

Energia elettrica in barca a vela

Nuova energia per le nostre crociere

E se decidessi di non entrare in porto e restare in rada?

La risposta a questa semplice domanda spesso non riguarda quanto amiamo la tranquillità o quanto ci piace restare lontano dalla confusione dei porti. Almeno non solo!

Decidere di restare in rada ha dei risvolti pratici che tutti i velisti conoscono bene e che, a loro volta, sollevano altre domande. Avrò abbastanza energia elettrica per tenere in fresco nel frigo il cibo deperibile? O più semplicemente, sono sicuro che non collegandomi alla corrente 220v della banchina, riuscirò comunque a far funzionare tutte le utenze dei servizi (luci, salpa ancora, autoclave, strumenti di navigazione, etc.) senza danneggiare le mie batterie?

Ovviamente stiamo parlando di autonomia energetica a bordo della nostra barca a vela.

Al di là delle definizioni tecniche, per quanto ci riguarda, tale concetto rimanda a quello più interessante di equilibrio tra energia prodotta-accumulata e quella consumata, che per comodità e soprattutto sicurezza a bordo è bene che sia sempre lievemente sbilanciata verso la prima. Sono stato sempre convinto che in barca la capacità di gestire con attenzione l’uso degli apparati elettrici sia la scelta più razionale per mantenere il rapporto input/output energetico più alto possibile. Se diminuisco il denominatore (il consumo) il risultato ovviamente sarà maggiore. Lo sanno bene tutti i soci e gli amici che sono saliti a bordo di Safira e che, prima di lasciare gli ormeggi, vengono spesso “catechizzati” dal sottoscritto all’evitamento dello spreco energetico (e idrico) a bordo. Frasi come “spegnete le luci se lasciate la cabina” o “cercate di ricaricare i vostri device durante il giorno quando i pannelli solari danno il massimo”, sono i veri tormentoni estivi a bordo. Il tutto per far si che le nostre azioni siano, in termini di consumi energetici, sostenibili.

Tuttavia, senza inseguire una mirabolante idea di “autosufficienza” energetica, è comunque necessario gestire la propria capacità di produrre ed immagazzinare energia. A meno di non immaginare una prolunga infinita, come quella raffigurata nel disegno, che colleghi la nostra barca che naviga tranquillamente in mare alla presa elettrica del porto di partenza, bisogna corredare l’imbarcazione con strumenti alternativi. Per questo, ad esempio, già da 2 anni abbiamo installato 4 pannelli fotovoltaici con regolatori di carica MMPT. E ci sono alcune novità all’orizzonte. Abbiamo appena sostituito le nostre 2 normali batterie acido/piombo da 100ah con 2 al GEL da 220ah cadauna, raddoppiando abbondantemente gli ampere a disposizione. Non solo, stiamo acquistando un mini generatore eolico da 400W per i giorni ventosi e senza sole ed infine un regolatore di carica elettronico così detto DC/DC per rendere più efficace ed efficiente la capacità dell’alternatore del motore di produrre energia tutte le volte che siamo costretti ad accenderlo.

Siamo perfettamente consapevoli che tutti gli apparati tecnologici del mondo, che siano apparecchi produttivi o di efficientamento energetico, non potranno mai essere “sufficienti” se non supportati da una consumo critico. Non ci sfugge affatto che anche le più moderne tecnologie che sfruttano le così dette fonti di energia rinnovabili, hanno un costo ambientale ed energivoro per la loro produzione.

Anche quest’anno, quindi, mi sentirete proferire gli stessi moniti di sempre, ma con la consapevolezza che, magari dopo l’ultimo tuffo al tramonto nel mare limpido di qualche rada greca, ci aspetterà la nostra bottiglia di Grillo ancora ben fresco!

 

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